venerdì 16 maggio 2014

Bank run e svalutazione secondo Ric e Tom (i nuovi comici)



Ric e Tom, la nuova coppia comica di Twitter, hanno ormai surclassato i grandi classici della mia generazione. Vi faccio notare che il compito che si sono dati è particolarmente arduo: quello di costruire situazioni comiche sul nulla. Tanto più meritevole quindi il loro indubbio successo. Ieri, come ricorderete, ci hanno strappato un sorriso parlando di “complottismo” a proposito della destituzione di Berlusconi, un fatto storico la cui dinamica è stata descritta da personaggi di tutte le possibili estrazioni (da Sinn a Zapatero, da Bini Smaghi a Geithner). Insomma, sarebbe come definire “complottista” chi dicesse che nel 1453 è caduta Costantinopoli. Fa ridere. Certo, involontariamente. Ma io ho parlato di comicità, non ho specificato se volontaria o meno.

Oggi tornano su un grande classico del nulla, il bank run.

Pare che Claudio Borghi abbia dato dell’untore al buon Ric (che per noi è come un fratello, s’intende), rimproverandogli amabilmente la sua propensione a fare dell’inutile allarmismo sui costi dell’uscita dall’euro. Intendiamoci: i costi ci saranno, e comincio a essere un po’ stanco, dopo averli descritti per pagine e pagine, di andare ad eletti consessi come l’ultimo cenacolo FULM per sentirmi dire perfino da Paolo Savona, come fosse un Brancaccio, che io “la faccio facile” (tu quoque, mi è affiorato spontaneo alle labbra, ma non ero microfonato e nel video non si sentirà)!

No, io non la faccio facile. Semplicemente, uso uno strumento caduto in disuso: la bilancia a due piatti. Oggi tutti usano la bilancia a un piatto solo, e in quel piatto mettono, chissà perché, solo i costi dell’uscita. Io uso una bilancia a due piatti, e nell’altro metto il costo della permanenza (cosa che, a dire il vero, di norma fa anche Paolo). Come si fa a calcolarlo, il costo della permanenza? Semplice: è impossibile, perché la vita umana non ha prezzo. Io so che questo Paolo Savona lo sa. Su quanto lo sappiano gli altri ho dei dubbi, ma l’unica certezza che ho è che io non la faccio facile: sto studiando.

Quindi, ripeto, intendiamoci: i costi ci saranno, ma esagerarli, amplificarli artatamente per provocare allarme sociale e influenzare i mercati è un reato. Leggetevi il Capitolo primo del Titolo VIII del Libro secondo del Codice Penale, oppure, se preferite, leggetevi il Testo Unico sulla Finanza, e vedrete da voi se e quanto la disinformazione terroristica che i nostri media profondono a piene mani non abbia sconfinato dall’esercizio del diritto di opinione nel territorio del diritto penale.

Oh, poi io della magistratura italiana so solo tre cose: che è indipendente, che ha l’obbligo di esercitare l’azione penale, e che ci lavora mio fratello. Per la precisione, solo dell’ultima di queste tre cose ho contezza diretta. Magari un giorno mettendo queste tre informazioni a sistema mi farò spiegare da mio fratello perché nessuno interviene per dissuadere dall’eccesso di raglio (reato contro il buon senso) certi personaggi in cerca di editore. Però il punto non è questo, anche perché non ricade nelle mie competenze.

Quello che ricade nelle mie competenze, viceversa, è mettere in risalto la nientità assoluta dell’argomento di Ric circa il bank run o la fuga dei capitali. L’ho fatto più volte, ma siamo sotto elezioni e vale la pena di ripetersi.

Ci sono due argomenti molto cogenti e basati sul basic economic reasoning (ragionamento economico elementare: scusate, parlo così altrimenti Ric e Tom non mi capiscono) che spiegano perché quanto loro dicono è lievemente (ma solo lievemente...) impreciso.

Punto primo: chi aveva soldi da portare all’estero lo ha già fatto, e ha fatto bene, per il semplice motivo che l’euro a 1.37 (diciamo 1.4, arrotondando) sul dollaro è troppo alto, come anche Prodi autorevolmente ci ha ricordato, il che apre la strada a due soluzioni: o l’euro si svaluta, o salta. Anch’io, quindi, che di soldi ne ho pochi, li ho portato all’estero, in modo del tutto legale, investendoli in un fondo dove ho pesato opportunamente dollaro e mercati emergenti, evitando come la peste l’Europa (il che non significa escluderla, perché non si devono mai mettere tutte le uova in un solo paniere). Punto. Chi ha senno fa così e lo ha già fatto, perché dal punto di vista dell’italiano non ha comunque senso investire in un continente che si sta suicidando e va di rimbalzo in rimbalzo del gatto morto. Se ti vuoi proteggere da una svalutazione, devi investire nella valuta rispetto alla quale sei rivalutato (cioè il dollaro), e se vuoi rendimenti devi investire in economie che crescono (Usa e emergenti). As simple as that.

Dirò di più.

Il rischio di svalutazione drastica è molto più remoto in caso di breakup dell’euro che in caso di mantenimento dell’euro. Paradosso? No, logica. Il nostro principale concorrente è e resta la Germania. Ora, se noi ci sganciamo da lei, solo un fesso patentato può pensare che la Bundesbank lasci cadere la nuova lira del 20% in una notte, non solo perché non è mai successo, ma anche perché far cadere del 20% la lire significa alzare del 20% quell’asticella che secondo tedeschi tanto diversi quanto l’amico (dell’Europa) Hans-Olaf Henkel e la nemica (dell’Europa) Ska Keller adesso per la Germania è convenientemente bassa. Convenientemente nel breve, si intende, e questo Olaf lo capisce perché è onesto ed economista, Ska no perché è disonesta e verde, ma non allarghiamo il discorso. Il punto è che se noi ci sganciassimo dall’euro sarebbe interesse della Germania non calcare troppo la mano e sostenere il nostro cambio. Viceversa, stando dentro lo stabile euro abbiamo già sperimentato svalutazioni contro dollaro del 20% pressoché istantanee (guardate un po’ cos’è successo nel 2008, ad esempio)!



Punto secondo: un bank run o una fuga di capitali nelle modalità ottocentesche prospettate da Ric e Gian (che forse pensano a quei simpatici filmetti sul Far West dove tutti i cowboy corrono alla banca del villaggetto) è tecnicamente impossibile. Certo, immagino che Ric, da bravo economista neoclassico, tenga tutti i suoi risparmi su un c/c bancario o sotto il materasso (è un buon padre di famiglia, e come tale avverso al rischio). Ma, sia come sia, in ogni caso oggi le movimentazioni di capitali avvengono per via telematica, perché quelle in contanti sono limitate, e, d’altra parte, che senso avrebbe prelevare un segno monetario (l’euro) che se l’Italia uscisse fatalmente cesserebbe di esistere? Nessuno. Un euro di carta rischierebbe di diventare carta straccia, non spendibile in alcuno Stato dell’ex-Eurozona, se non a patto di dichiararne la provenienza (con le ovvie conseguenze del caso). A questo punto, tanto vale fare tutto secundum ordinem e accettare il sopportabile costo in conto capitale di una eventuale svalutazione (che ci sarà comunque, sia dentro che fuori) a fronte del beneficio in conto economico che si avrebbe uscendo.

Capisco che questo sia troppo semplice per un economista, ma sono certo che voi mi avete capito.


(non ho tempo per controllare l'ortografia, sto andando al mercato con Mao Tsetung... Poi vi racconto! Se ci sono refusi, infierite...)

54 commenti:

  1. Pure io, Prof, ho tenuto i miei risparmi lontano dall'Europa: mi sono liberato della mia vecchia automobile francese e ho investito i soldi in una quattro ruote del Sol Levante. Non è così difficile :-)

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    1. Ah ah.
      E' esattamente quello che ho fatto io.
      Sta per finire la fase in cui a grattarsi erano solo i debitori.
      Mo' tocca anche (in solido) ai creditori.
      E io creditore della mia banca non lo voglio mica essere piu' di tanro. Troppi pensieri a prestar soldi al giorno d' oggi, meglio spendrrli! ;-)

      E poi la macchinina giapponese che ho comprato va che e' un piacere!

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    2. Traditori! Io invece ho rottamato la mia cara Honda e mi sono comprato un'Alfa, nonostante che Marpionne mi stia sulle scatole..

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    3. Perché traditori? Che differenza c'è tra acquistare un'auto giapponese o una americana?

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    4. la mia auto comunque ha "cuore" italiano (motore Fiat Powertrain, ottimo, come da tradizione)

      Che poi, so soddisfazioni anche quelle:
      http://motori.corriere.it/varie/11_settembre_11/VolkswagenSuzukialleanzainbilico_2cf6e98c-dc89-11e0-a4d3-b67952ef5c68.shtml

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    5. Che almeno la mia è stata assemblata il Italia!
      Che poi pazienza se le tasse le pagheranno alla regina Elisabetta e gli utili finiranno a Detroit.. ma almeno avrò dato da lavorare ad una qualche decina di operai e impiegati Italiani.

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    6. Poi prima dell'Alfa ho avuto tre Honda (da sempre le mie preferite!); e almeno per le ultime due so con assoluta certezza che entrambe sono state assemblate nel Regno Unito (era scritto sul libretto).
      Del resto ormai quasi tutte le auto Japan che si vendono in Europa, tipo le Honda o le Nissan, sono assemblate o in Uk oppure in Spagna.. quindi de che stamo a parla'?
      Forse dal Giappone arriveranno i pezzi per assembrarle, non so..

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    7. Ah , la mia e' stata assemblata in Ungheria.
      Dal Giappone arrivano i progetti e credo, qualche parte pregiata (tipo trasmissione).
      Comunque, alcune giappe sul nostro mercato sono costruite interamente in Giappone. Per esempio, l' altra auto che avevo preso in considerazione , la Subaru XV (grandissimo mezzo) era fatta in Giappone. E pure la Gran Vitara della Suzuki, per esempio.

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  2. Ricordo ancora molto bene una puntata de Il Pollaio in cui Borghi ricordò a Puglisi che c'era un enorme rischio di uscire dall'€ quando avevamo lo spread a 500.
    B. "Tu hai ritirato i tuoi soldi dalla banca?"
    P. "Ma io mi fidavo!"
    ...e allora!

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  3. Prof,
    io sono per uscire dall'Euro ed anche dall'Europa (nemmeno sarei mai entrato).
    Detto questo non credo che la Germania agirà secondo il raziocinio economico bensì quello politico. Anche autodanneggiandosi farà di tutto per rendere la nostra uscita più dolorosa possibile, così da servire da esempio per gli altri paesi.

    Essendo che in questi anni è diventata molto più forte di noi, i costi di ciò saranno per loro probabilmente accettabili.

    MA NON IMPORTA. Meglio un transitorio doloroso che un lento ed eterno declino.

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    1. Meno male che ogni tanto si incontra qualche onesto antieuropeista. Perché sembra che anche questa possibilità, l'uscita dall'europa, debba non solo non essere presa in considerazione ma neanche pensata, come fosse l'incesto stesso.
      Come nel caso dell'uscita dall'euro si evoca lo scatenamento di una delle potenze dell'apocalisse: il cavaliere nero della carestia, così per l'uscita dall'europa si evoca l'altra potenza, ritenuta anche più terribile, il cavaliere rosso della guerra. Ad insinuarlo ci sono anche le propagande televisive, messe dopo quelle per il borotalco e le mozzarelle: “L'europa ci ha dato la pace, e ricordatevi della guerra....”, i profondi conoscitori della storia che popolano i talk: “E Auschwitz non ha insegnato nulla?....”, e i politologi prêt-à-porter: “Ritornerebbero i nazionalismi..., la democrazia sarebbe in pericolo.” La verità è, come al solito più semplice: quando ci sono i cari armati tedeschi che girano per le strade, si trovano sempre quelli che non se la sentono di questionarci troppo, visto che fin dai tempi dei lanzichenecchi, e anche prima, questi popoli del nord sembra che preferiscano mandare tutto in rovina piuttosto che essere più ragionevoli.

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    2. Ma poi per quale ragione l'UE ci avrebbe garantito la pace ? Dai risultati sembrerebbe che sia parche ha garantito alla Germania gli stessi risultati di una guerra senza sparare un colpo.

      Un'altra ipotesi potrebbe essere che la pace sia stata casusata non dall'UE ma dal fatto che per 40 anni la Germania è stata divisa. Ora che è unita infatti le tensioni tornano ad acuirsi.
      Non mi si fraintenda ho molta simpatia per i tedeschi, quando sono stato in Germania ho incontrato un sacco di persone gentili e le tedesche poi sono molto carine.
      Mi piacerebbe anche lavorare un periodo lì (non per necessità ma per girare il mondo)
      Però storicamente la loro classe dirigente ha sempre fatto casini (e la nostra si è sempre prostrata).

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    3. Ma quelli che parlano di 'ste stronzate, sembrano non sapere che siamo tutti nella NATO. Come si fa a farsi la guerra tra vassalli?

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  4. Quanto scritto fa giustizia, contro gli adepti del ragionamento binario.
    Del tipo. se si esce dall'unione monetaria (euro) la nuova monetina si svaluterà dell'apocalisse %, non tenendo conto che i nostri concorrenti , non lo permetterebbero assolutamente. Dinamismo vs. staticità ovvero realismo vs favolismo ( o paraculismo?)
    Fatti e opinioni.
    Fatti: in europa si sta da schifo, e nulla fa pensare ad inversione di rotta
    Opinioni: se usciamo staremo peggio ( di così? ) Opinioni, opinioni e ancora opinioni.
    Nessuno nega i costi di un uscita ( quante volte è stato ripetuto?), e che c'è tantissimo da riformare, ma non voglio che siano altri ( ger. o ola etc. ) a dirmelo e a come farlo. In pratica qualcuno, nostro acerrimo concorrente, ha la pretesa di dirci come dobbiamo governarci....Mi scusi, prof. , ma è da idioti il più europa voluto dai ric e tom.
    Continuare a difendere l'indifendibile, non solo è segno di idiozia conclamata, ma entriamo in in campo diverso, quello della psichiatria.
    Ma sappiamo che sotto sotto chi difende lo status quo, ed ha da perdere, lo fa per pararsi dem Arsch.

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  5. Forse è OT, il caso dell'arresto del dep. genovese, ho letto che si sente tradito dal pd.
    Cosa si aspettava, un continuo trattamento di favore?
    Così i tagli che renzi vuole fare in rai, i "giornalai" credono che continueranno a far parte del favoloso mondo dell'euro?
    Chi continua a recalcitrare la realtà del fallimento che davanti ai nostri occhi, sarà, prima o poi, destinato a prendersi la sua secchiata di shit. Prima o poi.
    Io non ho nulla, ma proprio nulla da perdere. Mi siedo e aspetto..........

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  6. Con Mao al mercato dei fiori? Era tempo che si facesse accompagnare dal Grande Timoniere, Profe.
    (Ps.: Da questo post ho capito i vantaggi del non avere risparmi, di questi tempi... ci hanno pensato i figlioli a togliermi dalla tentazione)

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  7. io so come si calcola il costo della permanenza in questa unione monetaria: basta aprire la finestra del proprio castelluccio di carta e guardare fuori.....

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  8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  9. Il grafico da lei mostrato indica un forte calo nel 2008 i cui motivi mi sono abbastanza chiari.
    Quello che non capisco, e vorrei che mi spiegasse, è l'andamento in progressione del valore dell'euro sul dollaro dal 2002 fino alla crisi.

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  10. A proposito del rischio di bunk run all'interno dei paesi "Eurodeboli" Vi propongo un pezzo di spiccata comicità (volontaria o meno giudicatelo Voi) in cui Zingales ponendosi la domanda "Perchè nel giugno del 2012 c'erano ancora depositi nelle banche greche?", si risponde più o meno così: perché i ricchi che erano titolari di un terzo dell'intera raccolta bancaria se l'erano già portata via all'estero, mentre i poveri, titolari degli altri due terzi, essendo "stupidi", si sono continuati a fidare delle banche. Perciò meno male che la BCE, con aerei pieni di banconote da 50 € (il taglio è forse stato scelto per gestire l'antiriciclaggio?) che partivano quotidianamente da Francoforte, ha salvato le banchette greche, altrimenti oggi la parte più povera della popolazione greca avrebbe subito una "patrimoniale estremamente regressiva".
    Secondo me questo è a livelli sublimi! Non so se danno gli Oscar anche ai comici ma questo se lo merita!
    Mi perdoni Prof. ma a me Ric e Tom a confronto sembrano solo principianti!
    Ma si può?! Ma davvero insegnano nelle più prestigiose università americane? Ma li pagano o pagano loro per avere il CV lungo?

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  11. http://europaono.com/2014/04/28/perche-nel-giugno-2012-cerano-ancora-dei-depositi-nelle-banche-greche/
    Questo è il link per chi avesse ancora voglia di "ridere".

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  12. Per illustrare come la follia di chi difende l'esistente, ha raggiunto picchi inverosimili, mi piace raccontarvi quello che vivo ( ovvio non solo io ) quotidianamente e che i vari tom e ric non vogliono considerare, ma che è centrale per un paese, cioè l'economia reale .
    L'italia è piena di piccoli paesi abbarbicati in collina e montagna, e questo comporta vari problemi legati al trasporto da e verso altre località, così come anche l'approvvigionamento di beni e servizi da parte degli abitanti locali ( specificità italica ).
    La cosa che mi sorprende, e mi far andare di matto, riguarda il ruolo principale che dovrebbe avere una moneta, che è quello di mezzo di scambio, perché sempre più spesso constato l'assurda situazione in cui ci troviamo milioni di individui in cui da un lato c'è chi ha esigenza di consumare me non ha i mezzi, e dall'altro c'è chi potrebbe vendere ciò che ha prodotto, ma non può farlo perché chi domanda i suoi beni non ha lo strumento tanto osannato, l'euro, per acquistare i suoi prodotti, e per questo prima o poi ( più prima che poi ) dovrà chiudere.
    Trovatemi una situazione più assurda di questa appena descritta.
    Cosa me ne faccio di una moneta forte ( rispetto alle altre divise internazionali ) se poi non posseggo quanto necessario per vivere, ed acquistare quello che mi serve?
    Chi parla di moneta locale o parallela, dovrebbe sapere che che tali monete non servono a pagare le imposte che lo stato ci chiede, perché serve procurasi gli euri necessari, per poterlo fare.
    E' questo che dovrebbero spiegare i "signori" oggetto del post, perchè se lasciamo morire l'economia reale di un paese, cosa ci resta? Il conto in banca? I fondi d'investimento? Le case comprate all'asta dai poveracci che sono falliti?
    Il valore di una persona si riconosce anche da quanto si preoccupa di chi gli sta intorno, e fa 'nculo al merito e alla competenza se non serve a farci stare meglio.




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  13. "Come si fa a calcolarlo, il costo della permanenza? Semplice: è impossibile, perché la vita umana non ha prezzo."

    "To many observers, both in and outside of Greece, Europe’s stance was peculiar: it had already come to the rescue of the big banks. Saving corporations was evidently acceptable; saving a country of 11 million was taboo."
    (Joseph Stiglitz, Free Fall, pag. 133)

    Lei ha perfettamente ragione, la vita umana non ha prezzo; peccato che nella meravigliosa Europa di Ric & Tom la vita umana ha un prezzo. 11 milioni di esseri umani non valgono un paio di banche.

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  14. "Punto secondo: un bank run o una fuga di capitali nelle modalità ottocentesche prospettate da Ric e Gian "
    Ma non erano Ric e Tom?

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    1. Eh, Ric & Tom, fossi in loro non farei lo spiritosone un tanto al Kilo... art. 656 C.P. - art. 661 C.P. et. al.

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  15. Salve Prof, come si possono portare i propri risparmi all'estero in modo legale? è sufficiente investirli nel mercato Usa e/o emergenti? Oppure vanno proprio trasferiti nelle banche di questi paesi? perdoni la lieve ignoranza in merito, grazie.

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    1. amedeo credo che non ci siano problemi , vai alla tua banca e dopo aver aperto il conto alla banca estera fai il bonifico ... il trasferimento all'estero serve più che altro a preservare il cash da prelievi forzosi tipo cipro ...per ciò che riguarda dollari e fondi in dollari o di paesi emergenti per quello basta andare in una banca chesso tipo fineco che ha tutte le butique di fondi chettepare e se sballa la banca i fondi sono di tua proprietà cosi come i titoli o le azioni e quelle non te le possono toccà ...il cash che ai in banca invece si perchè rappresenta un credito che hai verso la banca e se questa sballa ti metti in fila nel fallimento e vai in chiesa a pregare che ti diano almeno la metà della metà dopo degli anni

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    2. @ Amedeo, stai facendo confusione tra due cose:
      1- portare i soldi all'estero, cioè aprire un conto bancario in una banca estera (non UE a questo punto, visto di cosa si sta parlando)
      2 - acquistare, dalla tua banca italiana, fondi che investono su USA e/o paesi emergenti, eventualmente in dollari o comunque in valuta straniera.

      Dipende dal tuo obiettivo e dai tuoi bisogni: se ti vuoi solo proteggere da una svalutazione della "tua" moneta, che sia l'€ o una nuova lira, ti basta la seconda opzione. Resta pur sempre una scommessa (che io personalmente ho fatto).
      La prima opzione è più complicata, se non altro perché devi andare all'estero almeno la prima volta per aprire il conto, e di solito è più costosa. A meno che tu non viva all'estero parte del tempo, o non abbia un patrimonio consistente, non ne vale la pena. Per esempio, non ti metterebbe al riparo da una patrimoniale.
      Magari mi sbaglio, ma credo che il Prof intendesse elegantemente dire che per mettere in salvo i propri risparmi non serve necessariamente portarli "fisicamente" fuori dall'Italia.

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    3. Bisogna investire in budella dei paesi emergenti (chiedere a Borghi), ma non in zucchini...

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    4. Carissimi ,gentilmente, toglietemi un piccolo dubbio in merito. In alternativa a queste due corrette opzioni non sarebbe anche teoricamente possibile, per lo stesso scopo, acquistare obbligazioni sovranazionali ( tipo BEI ) denominate in Dollari ? Oppure il Professore non ha proprio considerato questa forma di investimento perché valuta che in questo caso l'eventuale sfaldamento/implosione potrebbe rendere insolvibili anche istituzioni come queste ?

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    5. @ michele
      Certo, in realtà acquistare obbligazioni denominate in dollari rientra semplicemente nella seconda opzione, cioè acquistare titoli in una valuta rispetto alla quale la nostra presumibilmente si svaluterà. Che poi si tratti di obbligazioni, azioni, fondi azionari o obbligazionari, a gestione attiva o passiva, dipende dal profilo personale di chi investe.

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  16. Dopo il post sugli anagrammi, propongo le terzine: https://storify.com/UnTuttologo/euroscetticismo-in-versi

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  17. L'altra sera su Rai Storia è andata in onda una puntata de "Il tempo e la Storia" sugli I.M.I., cioè gli Internati Militari Italiani, ovvero i militari italiani fatti prigionieri durante la seconda guerra mondiale dai tedeschi dopo l'8 settembre 1943, circa la metà dell'esercito italiano fu catturata dai tedeschi in pochi giorni.
    Ne consiglio la visione a tutti voi.
    http://www.raistoria.rai.it/articoli/internati-militari-italiani-i-prigionieri-del-reich/24862/default.aspx
    La cosa che mi ha colpito è il fatto che i militari tedeschi sapevano esattamente, da circa un mese e mezzo (dalla caduta di Mussolini), cosa fare quando sarebbe successo l'inevitabile, ovvero il cambio di fronte del governo italiano.
    Vedo discrete analogie con la situazione odierna.

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    1. In realtà le loro speranze andarono largamente deluse. I soldati presi prigionieri furono circa 600.000 (se non ricordo male), ma la maggior parte di loro non passò con i tedeschi: va loro tributato il giusto onore, ne morirono circa 50.000 (sono calcoli approssimativi), sempre se non ricordo male, e sottrassero braccia alle armi tedesche, che venivano ancora prodotte a spron battuto. La guerra era sicuramente persa per la Germania, stretta come era tra l'avanzata russa e gli angloamericani a ovest, ma se gli italiani fossero passati in blocco con la Repubblica di Salò, il dolore sarebbe stato forse prolungato. Ciò che mancava loro erano gli uomini ormai per i varii fronti di guerra.

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  18. Però, allora, visto il ragionamento economico così logico coerente e semplice, chi raglia di bank run et similia o è cretino o è criminale. (cioè non ci vedo niente di comico...)

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  19. Per la serie FUD, ovvero senzaleurotuttimortibrutto, un grazioso articolo scritto da persone qualificate. Dire che una lobby, il Cosmos Club, per quanto potente rappresenti le opinioni della politica americana, l'AmeriKa, mi pare scorretto. ansa.it/europa/notizie/rubriche/speciali_elezioni2014/2014/05/16/usa-sperano-voto-a-europee-freni-estremismi-e-populismi_f9d8c88e-4757-4220-9904-700cbc991689.html

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  20. Ma la gag del bank run è stata girata in bianco e nero con la modalità del fast motion? Gli omini che corrono all'impazzata a destra e sinistra ingrossando sempre di più il gruppo fino a che, entrando tutti insieme nella banca/baracca di legno, la sfasciano oppure da comici post Stanlio e Ollio crisi del '29, è tutto a colori?

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  21. "Dirò di più.
    Il rischio di svalutazione drastica è molto più remoto in caso di breakup dell’euro che in caso di mantenimento dell’euro."

    Se non mi ricordo male Cesare Pozzi (al Goofy2 alla fine del suo intervento pre pranzo) nell'affermare che non si può quantificare esattamente la svalutazione della ns nuova valuta, aggiunse che non è neanche detto che si svaluterebbe... che poteva anche rivalutare.

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  22. Perché Tito Boeri intervistato dal TG3 , parla in collegamento esterno dando le spalle al Reichstag (o se preferite, al ribattezzato Bundestag) , con la bandiera tedesca che sventola al sole ?

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  23. Colgo l'occasione offerta dal tema trattato in questo post per porre una domanda: perchè l'euro vale così tanto rispetto al dollaro? Evidentemente non c'entra solo la legge della domanda e dell'offerta. Quali sono le variabili che entrano in gioco nel determinare questa forte sopravvalutazione dell'euro rispetto al dollaro? Grazie

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  24. Mentre c'è chi semina il panico paventando la fuga dei capitali nell'infausta eventualità di un'uscita dall'€, il governo procede alla privatizzazione di Enav e Poste perché, spiega l'ineffabile Renzi con una delle sue frasi fatte più ricorrenti, “il debito pubblico va abbattuto, e le privatizzazioni servono proprio a questo”.
    E intanto che Renzi gigioneggia in attesa di portare a termine quello che probabilmente sarà il governo più breve della storia d'Italia, le scelte politiche di Bruxelles si rivelano quanto mai confuse, contraddittorie e controproducenti.
    Ad esempio, da qualche settimana i tg mostrano funzionari europei che sostengono le sanzioni alla Russia. Anche il ministro degli Esteri Mogherini recita compita la lezioncina sulla “necessità di applicare sanzioni”, ma senza aver ben presenti le conseguenze di tali sanzioni, dal momento che «I bilanci trimestrali delle imprese europee dimostrano che la loro attività in Russia ha già cominciato a subire gli effetti negativi delle sanzioni imposte dall’UE.
    [...]
    Le sanzioni portano alla riduzione degli acquisti da parte delle società russe. La tedesca Deutsche Welle fa notare che in Germania i costruttori dei macchinari agricoli denunciano una forte flessione delle vendite in Russia. Nel primo trimestre di quest’anno, rispetto al periodo analogo dell’anno passato, le forniture verso Russia sono diminuite del 40%.
    [...]
    Le aziende tedesche stanno suonando l’allarme. […] nel primo trimestre dell’anno il fatturato [di Adidas] è diminuito del 6%, mentre l’utile è calato di un terzo. Hanno incassato delle perdite anche la tedesca Henkel, la danese Carlsberg, l’Oreal francese, la società austriaca Wienerberger, che produce materiali da costruzione, e la British American Tobacco. Il colpo più duro l’hanno subito le aziende tedesche».
    Anche Angela lo ha sentito, il colpo. In un'intervista alla FAZ Merkel ha dichiarato che ritiene necessario proseguire una stretta cooperazione con la Russia, nonostante la crisi ucraina. Per darsi un tono Merkel ha anche sottolineato di escludere la possibilità di una soluzione militare alla crisi in Ucraina e di puntare su una soluzione diplomatica. Scelta avveduta, quella di Angie, perché presentarsi in armi da quelle parti avrebbe esiti funesti, oltre che ridicoli.
    A ulteriore riprova che l'Ue non ha una politica comune, e che le ventilate minacce alla Russia sono poco più di un esercizio retorico, il portavoce della Commissione europea, Pia Hansen, ha annunciato una risposta comune dell'Ue a Putin che aveva lamentato la mancanza di proposte sulla fornitura di gas Ue-Ucraina.
    Comune mica tanto, visto che, ad esempio, Parigi ha confermato la vendita alla Russia delle navi classe Mistral costruite in Francia, e parallelamente il commissario europeo per l'Energia Gunther Oettinger ha dichiarato che le autorità della Ue hanno concordato di non imporre sanzioni alle compagnie energetiche russe.
    Oettinger ha rilevato come i partner russi siano importanti ed affidabili fornitori di gas naturale già da 40 anni. "La Russia fornisce gas e l'Ue paga le sue forniture. Non vogliamo trasformare le forniture di gas in un'arma". Anche perché non ci riusciremmo, avrebbe potuto aggiungere.

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  25. Why We’re in a New Gilded Age by Paul Krugman

    http://www.nybooks.com/articles/archives/2014/may/08/thomas-piketty-new-gilded-age/

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  26. Egregio Professor Bagnai,
    Quando nel lontano 2001 ero studente del corso di Finanza del Prof Josef Lakonishok, presso la University of Illinois at Urbana Champaign, ricordo che ogni tanto a lezione Joseph ci ricordava la seguente frase: "investire non e' un gioco dove bisogna vincere, ma un gioco dove non bisogna perdere".
    E si riferiva proprio a situazioni simili a quelle in cui si trova un italiano ora, con dei risparmi in Euro, magari cercando di investire in un BTP invece che in un certificato di deposito, cercando di guadagnare 1/2 punto percentuale in piu'. Rischiando pero una pensante svalutazione in caso di uscita dall'Euro.

    Quindi concordo con quello che sostiene anche lei: oggi, se c'e' una valuta su cui puntare e' il Dollaro. Anche comperando cash, e tenerlo in una cassetta di sicurezza o sotto il materasso, quindi senza interessi, mi sembra molto piu' saggio che un investimento in BTP.

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    1. La svalutazione contro dollaro sarà "pesante" quanto più alto è l'euro, ovviamente, e ci sarà anche senza uscita dall'euro. Questo Joseph te l'ha spiegato?

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    2. Joseph ha anche spiegato quanti milioni di € ha venduto allo scoperto? ;-)

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    3. Cmq mi sa che anche il buon Joseph ha capito che tornare indietro non sarebbe un grande affare ;-)
      http://goofynomics.blogspot.it/2014/05/bank-run-e-svalutazione-secondo-ric-e.html#comment-form

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  27. Bellissimo post. A me vien da ridere perchè ho in mente la scenetta del mio gatto, ma immagino tutti, che in un cortile di periferia confinante con la campagna giochicchia a lungo usando le grinfie col topolino anchilosante appena catturato prima di farlo definitivamente fuori.
    Prof. questa è vera perfidia :-) avendo avuto Ric al Seminario Internazionale di Asimmetrie in cui ha fatto un discorso che mi è sembrato frettoloso e poco comprensibile (chissà perchè quel che dice lei è comprensibile anche a quelli come me), baci, abbracci, complimenti e poi me lo sbeffeggia in questo modo?
    Ah, che soddisfazione... gli proponga un test, secondo me sclera.
    Mi rendo conto che questo non aggiunge nulla e se non pubblica non mi offendo.

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  28. quella dei due piatti come argomentazione è sempre stata presente nei lettori di questo blog.. per fortuna direi!
    per come la vedo io dal 2011 la scelta è tra 4 schiaffi e due pedate per rianimarci e la morte certa.
    ok, 4 schiaffi e due pedate fanno arrossare le due facce della faccia... che sia mai!

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  29. Professore, immagino che lei si riferisca all'uscita della Germania.

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  30. Si puo' investire in dollari in Italia, basta comprare un titolo di stato USA o un fondo che investe là.

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    1. I titoli di stato sono esposti alle variazioni del tasso di cambio. A meno che uno non se li porta a scadenza ..... e siccome i tassi negli USA sono bassi .... il rischi e' che possano salire .... Io in queste condizioni, consiglio il cash!!!

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